Rovereto è una cittadina che sta godendo un nuovo rinascimento grazie al MART nel quale esiste una splendida collezione permanente di arte contemporanea, insieme alle mostre temporanee il cui elenco potrete trovarlo nel link apposto prima. Esistono varie sezioni nella collezione permanente, ma la sezione della Pop Art spicca particolarmente. Come da gentile richiesta, pubblichiamo un piccolo articolo di una nostra lettrice che ci illustra le caratteristiche di questo movimento.
La Pop Art, o Arte Popolare, (pop è infatti, l’abbreviazione dell’inglese popular, popolare), esordisce in Gran Bretagna alla fine degli anni cinquanta, ma si sviluppa soprattutto negli USA a partire dagli anni sessanta, estendendo la sua influenza in tutto il mondo occidentale.
Questa nuova forma d’arte popolare è in netta contrapposizione con l’eccessivo intellettualismo dell’Espressionismo Astratto e rivolge la sua attenzione sugli oggetti, ai miti e ai linguaggi della società dei consumi.
L’appellativo “popolare” deve essere inteso in modo corretto non come arte del popolo o per il popolo ma, più puntualmente, come arte di massa, cioè prodotta in serie. E poiché la massa non ha volto, l’arte che la esprime deve essere il più possibile anonima. Solo così potrà essere compresa e accettata dal maggior numero possibile di persone.
In un mondo dominato dal consumo, la Pop Art respinge l’espressione dell’interiorità e dell’istintività, e guarda invece al mondo esterno al complesso di stimoli visivi che circondano l’uomo contemporaneo: il cosiddetto “folclore urbano”. E’ infatti un’arte aperta alle forme più popolari di comunicazione: i fumetti, la pubblicità, i quadri riprodotti in serie.
La critica alla società dei consumi, degli hamburger, delle auto, dei fumetti si trasforma presto in merce, in oggetto che si pone sul mercato (dell’arte) completamente calato nella logica mercantile. La sfrontata mercificazione dell’uomo moderno, l’ossessivo martellamento pubblicitario, il consumismo eletto a sistema di vita, il fumetto quale unico veicolo di comunicazione scritta, sono fenomeni dai quali gli artisti pop attingono le loro motivazioni. In altre parole, la Pop Art attinge i propri soggetti dall’universo del quotidiano, in particolare della società americana e fonda la propria comprensibilità sul fatto che quei soggetti sono per tutti assolutamente noti e riconoscibili.
La Pop Art usa il medesimo linguaggio della pubblicità, è dunque perfettamente omogenea alla società dei consumi che l’ha prodotta. L’artista di conseguenza, non trova più spazio per alcuna esperienza soggettiva e ciò la configura quale puro manipolatore di immagini, oggetti e simboli già fabbricati a scopo industriale, pubblicitario o economico. Questi oggetti, riprodotti attraverso la scultura e la pittura, sono completamente spersonalizzati. I temi raffigurati sono estremamente vari: prodotti di largo consumo, oggetti di uso comune, personaggi del cinema e della televisione, immagini di cartelloni pubblicitari, insegne e foto di giornale.
Anche in Europa la Pop Art ha avuto grande diffusione, trasformandosi in varie tendenze che sconfinano in altre. Ci limiteremo a ricordare il Nouveau Réalisme nato in Francia ma nel quale aderirono anche alcuni artisti italiani come Mimmo Rotella e Mario Schifano. Gli artisti del Nouveau Réalisme amavano introdurre nelle loro opere oggetti usati e consunti, oggetti di scarto come lattine e scatolette di alimenti, ritagli di indumenti, piatti rotti e tutto ciò che è sotto i nostri occhi nella vita quotidiana.
Tra i più celebri esponenti della Pop Art che troviamo al MART ricordiamo:
Andy Warhol: adotta la tecnica serigrafica industriale. Con temi consueti della vita contemporanea, stereotipi e condizionatori: divi cinematografici e politici contemporanei (Marilyn Monroe, Liz Taylor, Elvis Presley, Mao Tse-tung, Nixon ecc.) concentrandosi sulla ripetizione ossessiva della stessa immagine. Oppure oggetti da supermercati come i barattoli di zuppa Campbell o le bottigliette di Coca Cola.
Roy Lichtenstein:la sua figura è collegata principalmente alle sue immagini tratte dal mondo dei fumetti: vignette originali, ingrandite a dismisura e riproposte sotto forma di fumetto gigante. Al contrario di quanto possa sembrare, le opere sono vere e proprie tele dipinte, mentre l’effetto della puntinazione estremamente regolare, tipica della retina tipografica del fumetto è stato ottenuto per mezzo di una griglia forata. ed attuale tramite una rappresentazione simbolica e spesso ridicolizzata dalla vita di tutti i giorni.
Tutti questi artisti potete apprezzarli a Rovereto, anche nel prossimo lungo weekend.
S.P.