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25/06/10

L'angolo verde 3


Riprendendo il discorso interrotto nel precedente numero siamo oggi ad indicare le prime operazioni da compiere nell'affrontare la gestione dell'alberatura urbana. Consideriamo, dunque, di essere in possesso della lista completa delle alberature effettivamente in carico alla nostra amministrazione, e di disporre dei risultati delle analisi visive e strumentali effettuate dai professionisti incaricati. Sarà appunto grazie a tali analisi, e quindi ai relativi risultati, che verranno suddivise le alberature e si potrà predisporre la corretta manutenzione del singolo individuo arboreo in base al suo effettivo stato di salute. Come sarà facile intuire, l'intero patrimonio arboreo sarà dunque suddiviso in classi di rischio. Tale classificazione avrà come scopo principale quello di individuare in maniera rapida ed inequivocabile quali piante saranno da considerarsi stabili, quali instabili e quali, invece, saranno da ricontrollare periodicamente (ciò fa capire la natura dinamica dell'alberatura e quindi l'evoluzione che possono avere eventuali danni...spesso causati dall'uomo). Da quanto finora detto si evince che le operazioni di manutenzione dovranno essere effettuate in base alle reali situazioni riscontrate e non solamente in base all'estro del potatore. Sulle piante che saranno considerate stabili, siano esse piccole piante che grossi esemplari, si opererà principalmente sul fattore estetico garantendo un portamento ed una fisionomia naturale. Per le piante stabili e sane una potatura non dev'essere necessariamente drastica, anzi al contrario la miglior potatura è quella leggera, quella che si limita a ripulire i rami secchi o quelli attaccati dai patogeni causa di marciume. Quando, però, si è costretti a potare più pesantemente una pianta per esigenze personali, bisogna farlo prima che quest'ultima sia sovradimensionata. Se, ad esempio, ha raggiunto una dimensione limite per il luogo in cui si trova, si dovrà sempre contenerla con tagli leggeri e diradamenti della chioma eliminando i rami più deboli. Intervenendo in maniera inappropriata si rischia, oltre a far soffrire la piante stessa, di causare i presupposti per future malattie e situazioni di degrado che porteranno la pianta ad una sicura instabilità e quindi a situazioni di pericolo per il cittadino stesso.
Nel prossimo numero vedremo come sarà più opportuno intervenire sulle piante considerate instabili e su quelle che richiedono controlli periodici.
La foto pubblicata è degli orti familiari HDmenti, scattata ieri. C.K.