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27/11/10

Ricibiamo: trasformare lo spreco in risorsa (1a parte)


Che cos’è lo spreco?
Il concetto di spreco è legato al termine giapponese Muda proprio del Lean Manufactoring, dove sono sprechi tutte le attività che non producono un valore.
Basta questo per farci riflettere..
Possiamo oggi permetterci di fare qualcosa di inutile? di perdere tempo? di “buttare via” cose buone?Eppure mai più di oggi si può constatare quanto venga con facilità gettato nella spazzatura.Ma chi ci rimette? Noi per primi.. per non parlare dell’ambiente che ci circonda!!Un’indagine dell’Adoc sui consumi alimentari delle famiglie, mette in luce l’allarmante dato sugli sprechi alimentari realizzati dagli italiani: ogni anno vengono letteralmente buttati nel cassonetto, in media, 515 euro, pari al 10% della spesa totale effettuata!!In un periodo di crisi come quello che stiamo affrontando, destinare il 10% della nostra spesa alla spazzatura E' un lusso che non possiamo e non dobbiamo più permetterci!Purtroppo però non stiamo parlando solo di generi alimentari, anche se è la maggior parte dei prodotti recuperabili. Esiste una varietà  di eccedenze: dai libri destinati al macero, ai farmaci da banco o parafarmaci prossimi alla scadenza, prodotti per l’igiene e detersivi con la confezione esterna leggermente danneggiata, giocattoli per bambini, passeggini, carrozzine e oggettistica per la cura del bambino, etc...Altri gravi sprechi sono riferiti all’elettricità : caricabatterie attaccati ininterrottamente alla spina, il led sempre acceso della televisione, lavatrici continue anche a mezzo carico..E’ alla luce di queste riflessioni che un anno fa ci siamo posti l’obiettivo di fare qualcosa per sensibilizzare la cittadinanza, per riportare un po’ di cultura e di valori sull’importanza delle cose vere.. e quindi iniziare a recuperare tutto ciò che altrimenti verrebbe buttato e di tentare di trasformare ciò che è considerato scarto in valore.Trasformare lo spreco in risorse, questo è il nostro obbiettivo primario.Ispirandoci ad iniziative analoghe come LAST MINUTE MARKET e BRUTTI MA BUONI ci siamo avventurati in questa esperienza cercando di calarla nella nostra realtà , a partire dalla necessità primaria, ossia l’alimentare.Ecco perchè l’ abbiamo chiamato
RI-CIBIAMO.
Lo spreco alimentare si genera a vari livelli:
· Eccedenza produttiva delle aziende alimentari
· Catena distributiva
· Consumatore finale, ristoranti, mense etc
La quantità di cibo che viene buttata perchè non consumata è una quantità  enorme, ma pochi studi hanno quantificato con precisione le perdite imputabili ai differenti punti della catena. Sta di fatto che vengono perse quantità  importanti di alimenti durante le loro trasformazioni, il trasporto, la distribuzione (supermercati o dettaglianti), nei ristoranti, nelle mense, etc. E questo non è accettabile pensando a quante situazioni critiche ci sono nel resto del mondo ma tutto sommato ci sono anche dietro l’angolo di casa nostra. Da quando è scoppiata la crisi poi il tema sembra essere sempre più vicino: il cibo è un bene primario, eppure il nostro vicino di casa potrebbe essere costretto a rinunciarci pur di non far mancare niente ai figli e alla famiglia. Ci sono numerose famiglie che si sono trovate in questa situazione e sono state costrette a rivolgersi a strutture caritatevoli per procurarsi i pasti, altre invece che, a causa della difficoltà di ammettere una situazione di criticità , portano le famiglie a saltare cene o pranzi. Il recupero dei beni alimentari, rimasti invenduti per le ragioni più varie ma ancora perfettamente salubri, può portare vantaggi a tutta la catena:
· chi li produce (involontariamente e accidentalmente), cioè le imprese commerciali, perchè diminuiscono il costo di smaltimento dei rifiuti
· chi li consuma,
· i bisognosi attraverso gli enti di assistenza,
· le istituzioni pubbliche (comuni, province, regioni, asl) che ne conseguono benefici indiretti,sociali ed ambientali, perchè vedono diminuire il flusso di rifiuti in discarica e migliorare l’assistenza alle persone svantaggiate.Portare generi alimentari non è il solo obiettivo che ci siamo posti: il fine più ambizioso è quello di riscoprire il valore delle relazioni e creare una rete in cui il denaro non è l’unica materia di scambio,ma forse esiste qualcosa che vale di più del denaro: il tempo per esempio.Ecco perchè la nostra idea è quella di divulgare una cultura dello scambio e dell’aiuto reciproco:
un’azione di sviluppo sostenibile locale che potrebbe portare vantaggi da un punto di vista economico, sociale e ambientale.Nel territorio abbiamo riscontrato una crescente attenzione a queste tematiche e l’interesse condiviso di altre associazioni / cooperative /etc.. ci fanno sperare in una rete solidale, dinamica e stabile formata da solide interazioni e scambi di beni e/o attività.
Nel nostro disegno futuro immaginiamo una rete di contributori: chi è indigente e ha bisogno di un sostegno potrà contare sul nostro aiuto oggi, con la speranza che in futuro ci possa dare il suo contributo in una delle attività  della rete. Spinti da questo desiderio di non rimanere indifferenti di fronte ad una perdita dei valori, a marzo di quest’anno abbiamo iniziato la nostra avventura: raccolta, catalogazione e distribuzione del cibo.

Alla prossima puntata.
Il gruppo Ricibiamo